I primi anni: dalla fondazione alla finale per il titolo
Domenica 9 marzo 1902: prende in via la storia calcistica del Vicenza, composta all'epoca da giocatori rigorosamente locali.
Il Vicenza Calcio, fondato nel
1902, è una delle più antiche società di calcio italiane. In particolare la formazione del primo consiglio direttivo avvenne il 9 marzo
[4]. Il debutto del Vicenza in un incontro amichevole avvenne il 18 maggio 1903 nel campionato Provinciale per Scuole; in quel torneo, vinto proprio dalla formazione berica, il Vicenza affrontò il Cordellina, Baggio e Schio.
Sin dalle sue radici più antiche, il gioco del calcio a
Vicenza è sempre stato un fenomeno popolare. Come testimonia ad esempio l'editto in pietra in cui il podestà di
Venezia vietava espressamente di praticarlo in quanto gli schiamazzi disturbavano la quiete del vicino convento di suore. Il club nasce la domenica del 9 marzo 1902 sotto la guida del suo primo presidente, il professor Tito Buy. Tempi romantici, entrati nel mito, dove lo spirito pioneristico e la passione dei protagonisti prevaleva su ogni altra considerazione extrasportiva. Composta da giocatori tutti rigorosamente locali e capitanata dalla sua prima bandiera,
Gino Vallesella, conclude il suo primo
decennio di vita sfiorando il titolo nazionale contro la
Pro Vercelli.
Bologna-Vicenza (0-4) del 12 febbraio 1911, esordio assoluto dei biancorossi nel campionato italiano.
Per quasi un
decennio la squadra, denominata allora
Associazione del Calcio in Vicenza, disputò solo tornei di carattere minore, senza mai partecipare al
campionato nazionale, distinguendosi comunque e prevalendo sulle rivali in vari campionati regionali
[4]. Nel 1909 partecipò al
Campionato italiano di Prima Categoria, uno dei due tornei (l'altro era il
federale, l'unico attualmente riconosciuto dalla FIGC) in cui era suddivisa all'epoca
la massima serie dell'epoca: ammessa direttamente in semifinale in quanto unica compagine veneta iscritta, nelle due partite contro l'US Milanese dovette incassare ben 10 reti contro solo 1 segnata (1-2 a Vicenza e 0-8 a Milano), dimostrando di non essere ancora matura per il calcio nazionale.
L'esordio ufficiale risale al campionato 1910-11: l'Acivi (come venne chiamato il Vicenza per i primi cinquant'anni, dall'acronimo della denominazione ufficiale) inaugurò il 12 febbraio
1911 il nuovo campo di Borgo Casale con una larga vittoria sul
Bologna e a marzo terminò a punteggio pieno il girone Veneto-Emiliano, qualificandosi alla finale per il titolo. Tuttavia dovette soccombere, sia in trasferta che in casa, alla
Pro Vercelli nei suoi anni d'oro
[4].
Negli
anni precedenti alla
prima guerra mondiale prese parte in più occasioni alle finali nazionali dell'
Italia settentrionale, che si disputavano in un girone fra le vincenti dei gruppi regionali. Il Vicenza incontrò così varie volte il
Bologna, la
Juventus, il
Milan, l'
Inter, affermandosi fra le migliori squadre italiane. Tuttavia a quegli anni risale un record negativo tuttora imbattuto: il 10 gennaio
1915, a
Milano, i biancorossi incassarono addirittura 16 reti contro l'
Inter. Riguardo a tale risultato qualcuno insinuò che i biancorossi avessero fatto baldoria la notte precedente la partita e fossero scesi in campo ancora "frastornati".
Il periodo nero
Formazione del Vicenza il 23 novembre 1913, durante la vittoriosa sfida (4-0) contro l'
Hellas Verona.
Ainterrompere l'età dell'oro vicentina venne la
prima guerra mondiale, che costrinse la società a chiudere i battenti e molti giocatori a partire per il fronte. Ancor oggi, una lapide all'interno dello
stadio Romeo Menti, ricorda i caduti biancorossi di entrambi i conflitti mondiali.
Alla ripresa dei campionati, nel 1919-20, il Vicenza gareggiò nella Prima Categoria divisa in vari gironi regionali. Nel 1921-22 si aggregò allo
scisma delle grandi squadre, andando a disputare il campionato della
C.C.I.: terminò ultimo nel girone A e doveva retrocedere in Seconda Divisione. All'attuazione del
Compromesso Colombo affrontò lo spareggio di qualificazione che perse contro il
Derthona lasciando così la massima divisione nazionale. Addirittura l'anno successivo fu retrocesso nuovamente, in
Terza Divisione Veneta, ma subito dopo tornò in
Seconda.
Il Vicenza che prese parte al campionato del 1929-1930
Nella stagione 1924-25 il Vicenza vinse il girone eliminatorio di Seconda Divisione dopo spareggi con Udinese e Olympia Fiume ma venne poi squalificato e declassato all'ultimo posto per le posizioni irregolari degli ungheresi Holwart e
Molnar[5]; comunque non venne retrocesso perché la Federazione lo ripescò. Impreparato di fronte alle trasformazioni che avviavano il calcio italiano verso il professionismo, si fece travolgere dalle varie ristrutturazioni dei tornei, fino a ritrovarsi nel
1929 ad essere precipitato al quarto livello della piramide calcistica nazionale.
La riscossa
Verso la Serie B
Gli
anni trenta furono gli anni della riscossa biancorossa, dopo un decennio da dimenticare. Nel 1932-33 venne promossa in
Serie B, dove la squadra rimase per due stagioni (venendo ripescata la prima), per poi provare più e più volte la nuova promozione fra i cadetti.
Dal 1936-37 al 1939-40 fu dunque in
Serie C. In quel periodo i biancorossi sfornano talenti del calibro dei fratelli
Umberto e soprattutto
Romeo Menti, capitan "Neno" Rossi, Bruno Camolese, Luigi Chiodi, Giovanni Costa, mentre s'avviava sul viale del tramonto la stella di
Piero Spinato, ancora oggi il giocatore che ha segnato più reti con la maglia del Vicenza.
[5];
Nel 1939-40 arrivò la promozione in B con un netto vantaggio sulla seconda. Alle finali per la promozione, il Vicenza si vide costretto a rinunciare ai due portieri di prima squadra, chiamati sotto le armi, e schierò il sedicenne Antonio Bisson: ma anche questo inconveniente non compromise il risultato positivo. L'8 settembre
1935 era frattanto stato inaugurato il nuovo stadio lungo il
Bacchiglione, abbandonando definitivamente il campo di Borgo Casale. Nella partita inaugurale contro gli
ungheresi del Saroksar esordì l'appena sedicenne
Romeo Menti, il giocatore a cui, per un curioso gioco del destino, lo stesso stadio sarebbe stato intitolato nel
1949 dopo la scomparsa nella
tragedia di Superga.
[6]
L'approdo in Serie A
Il Vicenza che partecipò alla
Serie A 1942-1943: memorabile fu la vittoria per 6-2 contro la
Juventus a Torino, il 25 aprile 1943.
Il primo campionato di Serie A si concluse con una storica salvezza, conquistata all'ultima giornata sconfiggendo per 6-2 la
Juventus a
Torino nel giorno di
Pasqua del
1943. Dopo l'
8 settembre partecipò al girone Veneto del campionato di Guerra del
1944, rinunciando però alle finali nazionali.
Dopo la
seconda guerra mondiale, il Vicenza tornò a giocare in Serie A, dopo il campionato misto del
1946. Nel
1947, tornato il campionato a girone unico, il Vicenza conquistò un sorprendente quinto posto, tuttavia seguito alla retrocessione l'anno seguente all'ultimo posto (che rimane l'unica volta nella storia biancorossa che il Vicenza ha chiuso il campionato da fanalino di coda).
Nel
1949 il Vicenza sfiorò l'immediato ritorno in Serie A, sfumato per un punto. Seguirono poi alcuni campionati di
Serie Bconclusi a metà classifica,
caratterizzati da crescenti problemi economici.[senza fonte]
L'epoca del Lanerossi
« Noi tornammo in treno da Viareggio e ci venno detto: "A Vicenza c'è grande euforia, sarete accolti con entusiasmo". In realtà noi arrivammo alla stazione di Vicenza e non c'era un cane, abbiamo avuto una delusione incredibile. Poi siamo usciti dalla stazione e ci saranno state 15-20 mila persone, le avevano tenute fuori perché non ci stavano dentro. Tutto Campo Marzo e Viale Roma erano pieni di tifosi del Lanerossi Vicenza, una cosa fantastica ed incredibile. Una delle più belle soddisfazioni ed emozioni della mia vita. » |
(Azeglio Vicini, calciatore del L.R. Vicenza che vinse con i biancorossi il Torneo di Viareggio nel 1954 e nel 1955.[7]) |
Il 26 giugno
1953 accadde un evento che cambierà la storia della società vicentina per molti decenni: la vecchia Acivi fu acquistata dal colosso laniero di
Schio, la
Lanerossi, fondata nel
XIX secolo da
Alessandro Rossi. Non si tratta del primo caso di sponsorizzazione calcistica in
Italia, all'epoca ancora vietata (anche se siamo molto vicini a ciò), ma invece di un cosiddetto
abbinamento, cioè una vera e propria acquisizione: la società calcistica divenne una costola dell'azienda tessile, portandone anche il nome e il simbolo – la
"R" – sulle maglie (le sponsorizzazioni saranno permesse solo all'inizio degli
anni ottanta). Il logo rimase sulle maglie biancorosse fino alla stagione 1988-1989, anche se l'azienda non contribuiva economicamente più dagli inizi del decennio.
L'iniezione di fiducia e soprattutto di denaro liquido permise di allestire una squadra che ben presto, dopo una stagione di assestamento, tornò in Serie A. Ai fasti della prima squadra si aggiunsero quelli della formazione primavera, che proprio nel 1954-55 conquistò il prestigioso
torneo di Viareggio, facendo bis l'anno dopo, quando la prima squadra conquistò una sorprendente salvezza con un nono posto. Dalla squadra del Viareggio uscirono giocatori del calibro di
Azeglio Vicini,
Sergio Campana,
Renzo Cappellaro,
Mario David,
Mirko Pavinato,
Luigi Menti e molti altri che in seguito vestirono la maglia biancorossa in Serie A.
A cavallo fra i due decenni il Vicenza conquistò salvezze e piazzamenti come due settimi posti consecutivi, e nel 1960-1961 l'allenatore Roberto Lerici (già giocatore biancorosso degli
anni cinquanta, vinse il premio del Seminatore d'oro come miglior allenatore stagionale. Il Lanerossi mantenne le sue caratteristiche di provinciale, attenta ai bilanci, che valorizza i giovani, siano prodotti dal vivaio o provenienti da altre squadre, mantenendo un nucleo forte di giocatori sempre più "bandiere", accogliendo di tanto in tanto grandi giocatori a fine carriera. Eppure cominciò ad essere guardato con rispetto dalle grandi squadre. Nel
1962 arrivò il centravanti brasiliano trentenne
Luis Vinicio, ex
Napoli e
Bologna, che diede ulteriore lustro alla squadra, conquistando il sesto posto nel 1963-1964. Nel suo anno di grazia, il 1965-1966, nel quale conquistò la classifica cannoniere con 25 reti (si dovranno aspettare 26 anni perché un giocatore di Serie A segni tanto: sarà
Marco van Basten nel 1991-1992), il Lanerossi giunse quinto.
A grandi risultati seguono però anni in cui la salvezza era risicata, spesso all'ultima giornata. Eppure vestirono la maglia biancorossa giocatori del calibro di
Giuseppe Damiani,
Sergio Gori,
Sidney Cunha Cinesinho,
Giorgio Biasiolo,
Mario Maraschi,
Paride Tumburus,
Angelo Benedicto Sormani mentre
Giulio Savoini concluse la sua carriera, con il record di presenze in campionato di tutti i tempi per un biancorosso. Fra le salvezze risicate rimase leggendaria quella del 1972-73, in cui il Lanerossi sembrava ormai spacciato, ma con 3 vittorie nelle ultime tre giornate riuscì a risalire la china fino ad uno spareggio con l'
Atalanta, sconfitta su autogol. Tuttavia la fortuna abbandonò il Lanerossi nel 1975, quando al ventesimo campionato consecutivo di Serie A, retrocesse in Serie B.
Il Real Vicenza
Dopo un'opaca stagione 1975-76 in cui rischiò addirittura di retrocedere il Serie C, il Lanerossi si presentò con poche speranze a quella 1976-77. Tuttavia il nuovo tecnico,
Giovan Battista Fabbri ebbe una intuizione: trasformò il giovane
Paolo Rossi da ala destra dalle scarse prospettive in un eccellente centravanti.
Dopo aver vinto il campionato cadetto con il titolo di capocannoniere per il giovane pratese, il Lanerossi si ripresentò al cospetto della massima divisione nella stagione 1977-78. Dopo un inizio titubante, la formazione biancorossa si dimostrò travolgente, grazie ai gol di Rossi, la sicurezza del libero
Giorgio Carrera, le giocate di
Franco Cerilli e
Giancarlo Salvi, la diga di
Mario Guidetti a centrocampo, l'inarrestabile
Roberto Filippi.
Il
Real Vicenza della stagione 1977-1978, neopromosso e secondo classificato in Serie A.
Solo la
Juventus poté fare meglio: tuttavia, se si escludono le prime cinque giornate, i biancorossi conquistarono più punti di tutti, nonché la simpatia di tutta Italia. Caddero sotto i colpi del micidiale attacco biancorosso, il migliore della stagione con 50 reti, squadre del calibro di Napoli (4-1 al San Paolo), Lazio, Fiorentina, Roma e Bologna. La squadra chiuse il campionato al 2º posto, preceduta solo dalla Juventus ed approdando di diritto alla
Coppa UEFA: rimane tuttora il miglior risultato assoluto di una neopromossa nella storia della massima serie italiana.
Paolo Rossi divenne il nuovo fenomeno del calcio italiano, a dicembre
1977 fu convocato in nazionale. A fine stagione vinse il titolo di capocannoniere surclassando tutti gli altri attaccanti italiani con le sue 24 reti, un bottino considerevole per i campionati a 16 squadre, e venne convocato per i mondiali argentini dove diventerà
Pablito, segnando anche 3 reti e mettendosi in ulteriore luce.
L'estate
1978 fu il momento delle celebri buste, con cui il presidente del Lanerossi
Giussy Farina tentò di strapparlo alla
Juventus comproprietaria del giocatore. Le cifre messe in gioco furono le più grandi dell'epoca: il presidente vicentino mise sul piatto della bilancia 2 miliardi, 612 milioni e 510 000 lire contro gli appena 875 milioni dai bianconeri.
[9]
Il nuovo declino
L'operazione Rossi comportò un notevole sforzo finanziario per le casse biancorosse, e i grandi progetti di Farina finirono nel peggiore dei modi. Il Lanerossi incappò in un'annata balorda, quella che sembrava la salvezza fu compromessa in modo incredibile arrivando ad una retrocessione che nessuno avrebbe pronosticato. A nulla valsero le 15 reti di Rossi, che a fine stagione lasciò l'amata Vicenza per andare a
Perugia in prestito.
Amaro fu anche l'esordio in
Coppa UEFA contro il
Dukla Praga. Sconfitto nella gara di andata in
Cecoslovacchia il Lanerossi si trovò al ritorno privo di Rossi infortunato. Non andò oltre l'1-1 nella partita di ritorno sbagliando con
Callioni un rigore potenzialmente decisivo. Il Vicenza uscì così già al primo turno. Il Lanerossi si ritrovò in Serie B e, due anni dopo, addirittura in C1. Furono gli anni fra i più neri della storia del Vicenza, tuttavia sempre seguito da un numero considerevole di tifosi. Magra consolazione fu la conquista della
Coppa Italia di Serie C del 1981-82, ottenuta dopo un lungo torneo e la duplice sfida col
Campobasso, che terminò ai
supplementari.
Un giovane
Roberto Baggio con la maglia biancorossa nel campionato 1984-1985.
In quel periodo Farina lasciò la società a Dario Maraschin, che diede l'avvio alla nuova riscossa grazie all'operato di
Bruno Giorgi e ai gol del
maladense Toto Rondon e della giovane stella
Roberto Baggio. Il 16 maggio 1985, sul campo neutro del "
Franchi" di
Firenze il Vicenza tornò in Serie B nello spareggio promozione contro il
Piacenza e l'anno dopo arrivò terzo. I festeggiamenti biancorossi durarono però poco, in quanto la
CAF annullò la promozione nella massima divisione per un nuovo scandalo scommesse.
Il colpo fu forte, tanto che si ritornò in Serie C1. In queste sofferte stagioni per i colori biancorossi continuarono l'avvicendarsi di cambi di presidenza: Romano Pigato, Marino Molon, Gastone Celin, ma anche questi dopo alcune illusioni riuscirono solo a salvare il Vicenza da una discesa nell'inferno della C2.
Nella stagione 1989-1990, il Lanerossi rischiò di retrocedere addirittura in Serie C2. Questa travagliata annata fu susseguita da tre allenatori in panchina:
Romano Fogli,
Sergio Gasparin e
Giulio Savoini. Il 7 giugno 1990, il Vicenza guidato dalla bandiera
Giulio Savoinisi salvò sul campo neutro del "
Mazza" di
Ferrara nello spareggio salvezza contro il
Prato, con il sostegno di un esodo di tifosi biancorossi che invasero la città estense.
Da Ulivieri a Guidolin
Nell'estate
1990 la società cambiò nome dando l'addio al Lanerossi e alla sua
"R": la società rilevata l'anno prima da Pieraldo Dalle Carbonare, divenne Vicenza Calcio.
L'inizio non fu dei migliori: nel 1990-1991 venne esonerato il tecnico
Giuseppe Caramanno e subentrò
Antonio Pasinato ma neanche lui riuscì a riportare il Vicenza in B. Nella stagione successiva ritornò alla guida della squadra
Renzo Ulivieri, insieme a Pippo Savoldi, dopo un'ulteriore stagione di assestamento, portò il Vicenza in Serie B.
Il Vicenza al ritorno in Serie A nella stagione
1995-1996, qui impegnato al "
Meazza" contro l'
Inter.
Nel 1993-1994 l'allenatore toscano, pur senza grandi attaccanti, riuscì a salvare il Vicenza con un gioco corale che sarà la caratteristica di tutto quel periodo della società berica. Anche il suo successore,
Francesco Guidolin, adottò una strategia volta a mettere in risalto le doti del gruppo e l'azione di tutta la squadra più che quella dei singoli giocatori.
Con il nucleo forte della squadra proveniente dalla C, cioè il portiere
Giorgio Sterchele, il capitano
Giovanni Lopez, il terzino
Gilberto D'Ignazio, il mediano
Domenico Di Carlo, il centrocampista
Fabio Viviani e il piccolo ma veloce
Ferdinando Gasparini, nel 1994-1995 la squadra di Guidolin costruita inizialmente per salvarsi, scopre di avere potenzialià più grandi e alla fine della stagione arriva l'inattesa e sorprendente promozione in Serie A grazie anche all'apporto decisivo nel girone di ritorno di
Roberto Murgita. Il centravanti genovese esplose letteralmente con l'anno nuovo e realizzò 17 reti in 19 partite, rendendo inarrestabile la marcia del Vicenza verso la massima serie.
Rafforzata dall'arrivo di alcuni giovani e di tre stranieri come
Joachim Björklund e gli uruguaiani
Marcelo Otero e
Gustavo Mendez, la matricola Vicenza sorprese tutti per il suo gioco, capace di mettere in crisi anche grandi squadre. La salvezza fu conquistata facilmente con un nono posto a fine stagione.
La conquista della Coppa Italia
« Ragazzi, sono tre anni che tutti ci dicono bravi e si complimentano per il gioco. Stasera del gioco non me ne frega niente: voglio vincere, soltanto vincere. Dovessimo perdere, è probabile che la gente ci gratifichi del grazie lo stesso. Bene, non lo voglio sentire. » |
(Francesco Guidolin nello spogliatoio, prima della finale di ritorno della Coppa Italia 1996-1997[10]) |
Giovedì 29 maggio 1997: la festa per la conquista della
Coppa Italia.
Addirittura meglio l'anno successivo, quello della consacrazione: in campionato il Vicenza è capace di togliersi grandi soddisfazioni come le tre memorabili vittorie ai danni della
Juventus, dell'
Inter e del
Milan. Dopo aver conquistato per qualche giorno il primo posto il 24 novembre
1996 grazie alla doppietta di
Gabriele Ambrosetti nella vittoria contro la
Reggiana, il Vicenza superò una dopo l'altra le sue avversarie in
Coppa Italia. Nei sedicesimi i gol di
Maurizio Rossi e
Giovanni Cornacchini sconfissero la
Lucchese, negli ottavi quelli di
Fabio Viviani e dello stesso Cornacchini il
Genoa, nei quarti la rete in trasferta di
Gabriele Ambrosetti fece uscire il
Milan, in semifinale le reti di
Roberto Murgita e del solito Cornacchini eliminarono il
Bologna e infine si arrivò alla finale col
Napoli. All'andata al
San Paolo i biancorossi cedettero per 1-0, ma al ritorno, il 29 maggio
1997 Giampiero Maini pareggiò subito i conti. Si arrivò ai
tempi supplementari e fu
Maurizio Rossi ad entrare nella storia del Vicenza segnando un gol a due minuti dalla fine, seguito due minuti più tardi dal 3-0 di
Alessandro Iannuzzi, che assegnarono al Vicenza il più importante trofeo della sua storia.
Vicenza – Napoli
3 – 0
(d.t.s.)
- Vicenza: Brivio, Sartor, Viviani, Lopez, Beghetto,Gentilini (Rossi), Di Carlo, Maini, Ambrosetti(Iannuzzi), Murgita, Cornacchini (D'Ignazio).
- Allenatore: Guidolin.
- Napoli: Taglialatela, Boghossian, Ayala, Baldini,Milanese, Crasson (Panarelli), Bordin (Aglietti),Longo (Altomare), Esposito, Pecchia, Caccia.
- Allenatore: Montefusco.
Gli schieramenti iniziali delle due formazioni
|
L'avventura in Coppa delle Coppe
Nel
1997 la società britannica
ENIC (finanziaria nel campo del petrolio) rileva la maggior parte delle quote azionarie del club biancorosso. Il Vicenza diventa la prima squadra italiana ad avere una proprietà straniera
[11].
Nel 1997-1998, dopo l'ottavo posto dell'anno prima, il Vicenza si salvò senza patemi, ma si lasciò un po' andare in campionato, mentre in
Coppa delle Coppe arrivò in semifinale col
Chelsea dopo numerosi successi grazie ai gol del suo
bomber Pasquale Luiso, alla fine capocannoniere della manifestazione. Nei sedicesimi riuscì ad eliminare i polacchi del
Legia Varsavia, negli ottavi gli ucraini dello
Shakhtar Donetsk e nei quarti gli olandesi del
Roda Kerkrade, approdando in semifinale. Dopo la vittoria all'andata con i
blues, (1-0 marcatura di
Lamberto Zauli) al ritorno a
Londra i biancorossi si portarono prima sullo 0-1 con Pasquale Luiso, poi sullo 0-2 ancora con Luiso, ma si videro annullare il gol per fuorigioco inesistente, poi dovettero subire il ritorno del Chelsea che, grazie soprattutto al decentramento di
Vialli sulla fascia destra, si portò prima sul 2-1 con
Poyet e
Zola per poi ottenere il gol qualificazione nel finale (3-1) con un diagonale vincente dell'appena entrato
Hughes che andò a privare il Vicenza della qualificazione alla finale che sembrava ormai sicura.
L'anno successivo corrisponde ad una retrocessione con una seguente promozione e vittoria del campionato di Serie B, con il tecnico
Edoardo Reja in panchina, grazie ad un ottimo attacco in cui si distinguono
Gianni Comandini, poi ceduto al
Milan, il solito
Pasquale Luiso e il giovane
Christian Bucchi. Dura solo un anno la permanenza in
Serie A, poi il Vicenza torna a disputare campionati di Serie B senza più riuscire ad avvicinarsi alla promozione.
Nel dicembre
2004 avviene un'importante svolta, con il ritorno della società in mano di imprenditori locali, e la nomina a presidente di
Sergio Cassingena, a seguito dell'acquisto del pacchetto azionario dalla società britannica ENIC, mai particolarmente amata dalla tifoseria. La prima stagione della nuova presidenza (
2004-05) vede la squadra disputare e perdere lo spareggio salvezza con la
Triestina (0-2 e 0-2). Tuttavia la squadra rimase nella serie cadetta, poiché il Genoa fu declassato all'ultimo posto in classifica a causa di un illecito sportivo. Inoltre, durante la sosta natalizia del
2005, un dramma scuote la compagine vicentina. Un incidente stradale coinvolge l'attaccante
Julio Valentín González, che per le conseguenze subisce l'amputazione di un braccio e deve abbandonare forzatamente il calcio giocato.
La
stagione 2006-2007 porta come prima novità un ritorno all'antico: sulla maglia torna la "
R" simbolo della
Lanerossi. Alla quinta giornata viene esonerato l'allenatore
Giancarlo Camolese, per aver collezionato nelle prime cinque giornate quattro sconfitte e un pareggio, e al suo posto viene nominato un allenatore emergente
Angelo Gregucci: dopo una partenza in salita, la squadra ritrova la vittoria e inanella un successo dopo l'altro, scongiurando a metà campionato lo spettro della retrocessione. Un brutto finale di campionato porta la squadra a lottare per evitare i
play out retrocessione, trovando la salvezza all'ultima giornata, ottenuta grazie alla vittoria sul
Crotone con un gol di
Gabriele Paonessa a pochi minuti dal termine. Nella
stagione 2007-2008 i biancorossi si salvarono con un 17º posto a pari punti con il
Treviso
La
stagione 2008-2009 si apre con un Vicenza titubante, che riesce nelle prime tre gare a raccogliere un solo punto. Segue però una striscia di nove risultati utili consecutivi, che portano la squadra al limite della zona play-off. Grazie al contributo fondamentale in fatto di gol da parte di
Sgrigna e
Bjelanović, a una difesa che per molti mesi rimane la meno perforata del torneo e a un centrocampo di qualità, il Vicenza può sognare fino a primavera, quando entra in un periodo povero di risultati e si stabilizza, fino a fine campionato, a metà classifica, penalizzato tra l'altro dai gravi infortuni del difensore centrale Di Cesare e del capitano Bernardini. La salvezza matematica arriva a 3 gare dalla fine, durante il
derby veneto contro il
Treviso, vinto dai biancorossi per 1 a 0.
La penultima partita della stagione viene segnata dalla morte del giovane tifoso Eugenio Bortolon di soli 19 anni. Il sostenitore (alla sua seconda trasferta) aveva seguito i biancorossi allo
stadio Ennio Tardini di
Parma quando, al 49', cade dagli spalti del settore ospiti. Trasportato d'urgenza all'ospedale parmense in condizioni gravissime, morirà la sera stessa a causa di un arresto cardiaco. Polemiche sono sorte anche per il fatto che, nonostante sia i giocatori del Vicenza che del
Parmaavessero chiesto di interrompere la partita, dopo una sospensione di 20 minuti si è deciso di riprendere a giocare. Il giorno successivo su tutti i campi è stato osservato un minuto di silenzio.
Annirecenti [
La
stagione 2009-2010 inizia con l'obiettivo di portare la squadra a disputare i
play-off per la promozione in serie A. La società si trova nelle condizioni di dover assumere un nuovo allenatore, vista la scelta di
Angelo Gregucci di passare a guidare l'
Atalanta. Inizialmente il Vicenza sembra partire con il piede giusto collezionando diversi pareggi. La squadra però spesso non riesce ad agguantare la vittoria, specialmente in casa dove i risultati sono molto magri. Si arriva a metà marzo quando il Vicenza colleziona tre sconfitte consecutive nel tour de force di 3 partite in otto giorni. La società esonera l'allenatore
Rolando Maran e chiama alla guida della squadra
Nedo Sonetti. Il navigato allenatore toscano non riesce però a conquistare lo spogliatoio e dopo tre partite (due pareggi interni ed una sconfitta esterna per 4 a 0) anche Sonetti viene esonerato ed, a sorpresa, viene richiamato Maran che traghetta la squadra fino a fine campionato, raggiungendo la salvezza solo all'ultima giornata, vincendo per 1 a 0 contro una
Salernitana già matematicamente retrocessa da tempo. Ironico lo striscione appeso dai tifosi proprio in quest'ultima partita:
"Play-off!? Grazie presidente".
Nella
stagione 2010-2011, dopo una prima parte di campionato discreta, il Vicenza inizia ad inanellare una serie di vittorie nel girone di ritorno, che porta la squadra al quinto posto in classifica. Sembra l'anno buono per il ritorno in serie A (anche se la società, forse per scaramanzia continua a parlare sempre e solo di salvezza). Come un copione visto troppe volte, il Vicenza entra in crisi e non vince più. Il momento più basso si tocca con la sconfitta per 4 a 0 in casa del
Frosinone, ultimo in classifica; durissima la contestazione dei tifosi. La squadra viene mandata in ritiro: scesa a metà classifica e senza dover chiedere più niente al campionato, raggiunge la quota salvezza alla penultima giornata battendo e condannando alla retrocessione matematica la
Triestina per 1 a 0. A fine campionato arriva la rescissione del contratto con l'allenatore
Rolando Maran. Il 13 giugno 2011 viene ingaggiato come allenatore
Silvio Baldini, ex dell'Empoli, con un contratto annuale.
Tra retrocessioni e ripescaggi
La successiva stagione si apre in maniera pessima per i biancorossi. In 8 partite la squadra collezione 5 sconfitte e 3 pareggi e si ritrova penultima in classifica (l'
Ascoli, ultimo, sconta però 7 punti di penalizzazione). La sera del 4 ottobre
2011, dopo la sconfitta in casa per 2 a 0 contro il
Varese, la società esonera mister Baldini e, dopo due giorni, chiama a guidare la squadra
Luigi Cagni. Cagni inizia subito bene con il pareggio 1 a 1 con il
Grosseto (partita che si gioca 3 giorni dopo il suo arrivo) e con la prima vittoria stagionale in occasione del derby con l'
Hellas Verona, vinto per 2 a 1.
La squadra inanella un successo dopo l'altro ma, alla ripresa dopo le sosta natalizia, vi è un nuovo vistoso calo di rendimento. È sempre dopo la partita di ritorno contro il
Varese (persa stavolta per 3 a 0) che la società decide di esonerare anche Luigi Cagni e di affidare la squadra all'allenatore della primavera del Vicenza,
Massimo Beghetto, il quale non parte assolutamente bene con la doppia sconfitta prima con il Grosseto per 1 a 0 (partita nella quale si sono festeggiati i 110 anni della nascita del club) e poi nel derby con il Verona per 2 a 0. Il 18 aprile
2012 tramite il sito ufficiale della
Lega Serie B si annuncia l'abbandono della guida della società da parte di
Sergio Cassingena e l'arrivo alla presidenza di Massimo Masolo,
[12] nonostante la proprietà sia ancora la medesima. Il 29 aprile il nuovo presidente decide, dopo una riunione di staff, di esonerare anche Beghetto a seguito della sconfitta interna per 1 a 0 contro la
Nocerina a causa della quale la squadra si trova tra le possibili dirette retrocesse in serie C. Alla guida della squadra viene richiamato
Luigi Cagni; si tratta del 3º esonero di un allenatore nell'arco della stessa stagione (prima Baldini, poi lo stesso Cagni, ora
Massimo Beghetto e
Manlio Zanini) cosa finora mai accaduta in casa biancorossa. Al termine della stagione calcistica si piazza al diciannovesimo posto, garantendosi almeno il diritto a disputare i play-out per la permanenza in Serie B contro l'
Empoli, diciottesimo. Dopo la gara di andata al Menti (tutto esaurito) finita con il punteggio di 0-0, al
Castellani il Vicenza ha bisogno di una vittoria per evitare la retrocessione. La squadra veneta si porta sul 2-0 nella ripresa, ma subisce la rimonta dei padroni di casa, che pareggiano nel giro di due minuti. A tre minuti dalla fine
Michele Paolucci, autore dei due gol vicentini, fallisce un calcio di rigore. Al quarto minuto di recupero l'Empoli, cui sarebbe bastatato anche un pareggio, segna il gol del 3-2: il Vicenza retrocede così sul campo in
Lega Pro Prima Divisione. Ciò nonostante, in seguito allo scandalo del calcioscommesse denominato
Scommessopoli che ha coinvolto il
Lecce, il club berico viene reintegrato in
serie B al posto della squadra pugliese, retrocessa d'ufficio in Prima Divisione.
[13][14]
La formazione biancorossa in
Bologna-Vicenza 0-2 del 27 febbraio 2015.
Il 7 gennaio
2013, in seguito ad alcune divergenze con il CdA del club (in primis la richiesta del presidente di esonerare il tecnico
Roberto Breda) Massimo Masolo si dimette dalla carica di presidente, lasciandola vacante
[15]. Alla ripresa dopo la sosta natalizia il Vicenza perde il delicato scontro con il Cesena e si ritrova terzultimo in classifica; il 27 gennaio la società esonera Breda e chiama alla guida della squadra
Alessandro Dal Canto. Il 18 maggio 2013, dopo dodici stagioni nella serie cadetta, i biancorossi retrocedono in
Lega Pro all'ultima giornata a seguito del pareggio casalingo per 0-0 con la
Reggina, risultato che non consente ai berici di raggiungere i
play-out salvezza.
Dopo vent'anni il Vicenza torna a disputare il campionato di 3ª serie allenato dall'indimenticato ex biancorosso
Giovanni Lopez (che sceglie come vice, il suo ex compagno
Antonino Praticò) e con la penalizzazione di 4 punti in classifica, dovuta al ritardo nel deposito della fidejussione per l’iscrizione e per il mancato rispetto dei termini per altre scadenze, tra cui il pagamento degli stipendi della scorsa stagione
[16]. Il lavoro del duo Lopez-Praticò inizia ad ottenere i primi risultati: col passare delle partite la squadra biancorossa abbandona la mentalità perdente e rinunciataria della
passata stagione, e inizia ad acquistare fiducia in se stessa. Il Vicenza raggiunge, nel febbraio-marzo, il 3º posto e ottiene, a metà aprile, la matematica qualificazione ai play-off.Al finire della stagione corrisponde un calo di prestazioni, soprattutto in trasferta, della formazione di Lopez, che finisce il campionato al 5º posto (che sarebbe 3º senza penalizzazione). Questo risultato permette alla squadra di disputare i quarti di finale (a gara unica) dei play-off, in
casa, contro il
Savona. La partita si conclude 1-1 nei tempi regolamentari e, secondo il nuovo regolamento della Lega Pro, la gara è proseguita ai
supplementari e ai
rigori, nei quali i liguri hanno avuto la meglio.
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