Caldogno - Vicenza, 18 febbraio 2017 Tanti auguri di Buon 50° compleanno da tutti i tifosi del mondo, da tutte le squadre in cui hai lasciato la tua magia, e soprattutto da noi Vicentini che ti abbiamo allevato e che ti abbiamo sempre nel Cuore. AUGURI!
Roberto Baggio (Caldogno, Italia, 18 febbraio 1967) con la maglia del Vicenza.
Attaccante o trequartista dotato di una tecnica sopraffina, eccelleva soprattutto nel dribbling. Baggio era un giocatore astuto ed esplosivo, quasi inarrestabile quando partiva palla al piede. Specialista dei calci piazzati e in possesso di un innato fiuto per il gol, oltre che di un’ottima visione del campo e di un tiro potente e preciso.
Amatissimo dagli appassionati di calcio di tutta Italia e di tutto il mondo, ma non dagli allenatori che mal tolleravano la sua popolarità e ne mortificavano lo spirito facendolo giocare fuori ruolo o con compiti tattici inadeguati.
Amatissimo dagli appassionati di calcio di tutta Italia e di tutto il mondo, ma non dagli allenatori che mal tolleravano la sua popolarità e ne mortificavano lo spirito facendolo giocare fuori ruolo o con compiti tattici inadeguati.
Il suo periodo d’oro: 1993/1994 quando vince il Pallone d’Oro e trascina di peso l’Italia alla finale di USA 94, dove sbaglia uno dei rigori finali.
Wikipedia: Roberto Baggio
VIDEO:
10 piu bei gol di Roberto BAGGIO (oltre 2 milioni visualizzazioni)
The best goal of Roberto Baggio: the genius of italian soccer story
Roberto Baggio Best Goals Ever
Roberto Baggio - Dribbling Compilation
Roberto Baggio 50 anni e una carriera in 1 minuto
ARTICOLI:
Vicenza, i 50 anni di Roberto Baggio: un normalissimo uomo eccezionale
Roberto Baggio compie 50 anni. Vi proponiamo parte del fondo scritto nell’edizione di ieri del Corriere del Veneto da Daniele Rea, che tratteggia il ritratto di “un normalissimo uomo eccezionale”. Il resto dell’articolo lo trovate sul quotidiano: “(…) Roby Baggio, un normalissimo uomo eccezionale. Eccezionale in campo, eccezionale fuori. Un disegno fuori scala, in tutto e per tutto. Sorridente quasi sempre, capace però di tirare fuori l’ironia più tagliente al momento giusto.(…) Uno che ha fatto cose incredibili con il pallone tra i piedi ma che, chissà perché e chissà come, viene ricordato anche per i suoi (pochi in verità) flop. Uno per tutti, il rigore calciato alto e male a Pasadena nelle finale mondiale contro il Brasile. Nessuno o quasi ricorda il suo shoot a pochi frammenti dalla fine del secondo tempo supplementare: fosse entrato, e bastava tanto così, ti saluto futbol bailado. Fuori scala, Roby. Anche quando, con la casacca del Brescia, ha salutato il calcio giocato: ciao pallone, ti saluto, ti saluto con tanti giri di campo e la mano ad omaggiare i tifosi. E pazienza se il giornalista che mi sta intervistando deve corrermi a fianco con penna e taccuino rischiando le coronarie: prima la gente, poi tutto il resto. Quante cose nella vita di Roby Baggio, il buddhismo tra le tante (…) Un mito che si meraviglia di essere tale, un mito perché figlio di un’epoca tanto vicina ma tanto lontana, dove non c’era un twitter a segnalare ogni sbadiglio, un post su Fb o sui social. Un mito lontano come è giusto che sia, perché gli idoli devono sempre restare al loro posto, ma anche molto vicino. Perché quel ragazzo di Caldogno ha compiuto 50 anni ma continua a sorridere alla vita”.
Tratto da TRIVENETOGOAL
Roberto Baggio: 5 gol per la Storia del calcio
E' uscito per l'ultima volta dal campo di gioco il 9 maggio 2004 per entrare nella Storia del calcio. Roberto Baggio, che ha tirato i primi calci nel cortile di casa, a Caldogno, è stato votato dai lettori de La Gazzetta dello Sport come "giocatore più amato" e smuove ancora folle di tifosi in tutto il mondo
Il primo gol in biancorosso
Nel 1983 il Vicenza calcio aveva già considerato recuperate le 500 mila lire spese qualche anno prima per l'acquisto di Baggio dalla squadra del suo paese, il Caldogno. Arrivato nelle giovanili biancorosse a 13 anni, infatti, l'attaccante si era dimostrato particolarmente prolifico segnando 110 reti in 120 presenze. La prima da professionista arriva il 30 novembre in Coppa Italia. Baggio segna al 123' il 4 a 1 contro il Legnano.
Davanti al più grande di tutti
10 maggio 1987, la Fiorentina ha atteso Baggio per due anni a causa dei tanti infortuni (una costante nella sua carriera), lui risponde alla chiamata nel momento decisivo. Ai viola contro il Napoli di Maradona serve almeno un pareggio per salvarsi. L'uno a uno arriva proprio dai piedi di Baggio che disegna una punizione imprendibile. Quella sera sotto il Vesuvio si festeggia lo scudetto, ma tifosi della Fiorentina applaudono per la prima volta con convinzione il loro nuovo idolo.
In Europa
Cambia la maglia non cambia il protagonista che si fa conoscere in tutta Europa. Correva l'anno 1993, la Juventus arriva in finale di coppa Uefa battendo il Paris Saint-Germain di Weah. La vecchia signora era andata in svantaggio ma Baggio firma la doppietta che vale la finale. Contro il Borussia Dortmund si ripeterà ancora portando la squadra di Trappattoni ad alzare la coppa. Il secondo gol delle semifinale, però, è una perla su punizione da vedere e rivedere. Raffaello, come Agnelli soprannominò il numero 10 dipinge il suo capolavoro al 90' scaduto. Anche grazie a quella magia Baggio viene premiato con il pallone d'oro.
Il congedo dalle "grandi"
Dopo aver vestito la maglia di Juventus e Milan, Baggio arriva alla corte di Moratti, impegnato nell'ennesima rifondazione. Nel 1998 i cambi alla guida dell'Inter si susseguono in modo schizofrenico (sono 4 gli allenatori a saltare), fino all'arrivo di Lippi. Tra il futuro tecnico della nazionale campione del mondo e Baggio non corre, però, buon sangue e il numero dieci finisce spesso in panchina, tanto che alla fine della stagione 1999 l'addio alla maglia neroazzura è quasi scontato. Resta da giocare, però, un'ultima gara: lo spareggio per l'ultimo posto disponibile in Champions tra Parma e Inter. Baggio viene preferito a Recoba e segna una storica doppietta. Il primo gol è da posizione molto angolata, tutti si aspettano un cross ma il condino spedisce la palla all'incrocio dei pali. In porta c'è un incredulo Buffon.
Il gol non segnato
Baggio partecipa a tre mondiali e illumina la Nazionale azzurra (27 le reti totali). Eppure la sua immagine resterà per sempre legata ad uno dei momenti più tristi del calcio italiano: la finale dei Modiali del 1994. Quell'edizione iniziò con un rigore sbagliato, quello della cantante Diana Ross durante l'inaugurazione del Mondiale, e per gli azzurri si concluse tragicamente nello stesso modo. Al Rose Bowl di Pasadena, contro il Brasile dagli undici metri sbagliano in due: Massaro (tiro parato da Taffarell) e Roberto Baggio. Il suo rigore si alza sopra la traversa e diventa una delle immagini televisive più viste e ricordate al mondo. Fortunatamente, "non è da questi particolari che si giudica un calciatore..."
TRATTO da VICENZATODAY
TRATTO da VICENZATODAY
"Auguri, campione": l’omaggio dei social a Baggio
Tutte le squadre con cui ha giocato, dal Vicenza al Brescia, hanno mandato un messaggio a Roby nel giorno del suo 50° compleanno. Anche la Nazionale, l’Assocalciatori, Maldini, Vieri, Zanetti, Del Piero e Totti hanno partecipato alla festa per il Divin Codino
TRATTO DA SPORT.SKY
Roberto Baggio compie 50 anni: ha unito il mondo del calcio
Oggi il divin codino compie 50 anni. E' partito da Caldogno, si è fatto amare da Pelé, Maradona e Rivera ed è stato vicino a Borgonovo. Ora vuole far crescere i giovani, con i valori con cui è cresciuto lui
TRATTO dalla GAZZETTA DELLO SPORT
Roby Baggio: gli auguri delle ex squadre
«In bianconero hai fatto innamorare tutto il mondo. Tanti auguri per i tuoi 50 anni, Roby #Baggio!» è il messaggio della Juventus
con cui il vicentino ha giocato dal 1990 al 1995 per cinque stagioni ben 200 gare segnando 115 reti. E poi il Milan (1995-1997) con 67 gare e 19 gol che scrive «Il tempo passa, ma una leggenda non passa mai. Auguri!». Non poteva mancare il Bologna, dove Baggio disputò una sola stagione (1997-1998) giocando 33 gare e segnando 23 gol:«Buon compleanno a Roberto Baggio #Baggio50» il tweet della società felsinea con un link che rimanda ad un video dove si possono ammirare tutti i gol in maglia
rossoblù. «Tanti auguri Roberto #Baggio! L’omaggio al campione universale per i suoi 50 anni» è l’augurio dell’Inter, società in cui ha
militato per due stagioni (1998-2000) totalizzando 59 gare e 17 gol. Infine, gli auguri dell’ultima squadra di Baggio, il Brescia,
con cui ha chiuso la carriera giocando per quattro stagioni (dal 2000 al 2004) giocando complessivamente 101 gare e segnando 46
gol:«Hai disegnato calcio e ci hai fatto innamorare. Tanti auguri per i tuoi 50 anni Roby #Baggio, immenso campione» scrivono le
rondinelle sul proprio account twitter. Non mancano neppure gli auguri «istituzionali» come ad esempio quelli del Coni:«Ci sono i campioni e poi ci sono i fuoriclasse. Buon compleanno alla leggenda del calcio Roberto #Baggio» si legge sull’account twitter del comitato olimpico nazionale italiano. Ed anche il presidente Malagò si è unito alla celebrazione:«Auguri Roberto! Lo sport italiano abbraccia il grandissimo campione per i suoi 50 anni... E per le magie che ha regalato all’Italia». Anche la Nazionale italiana (Figc) si unisce al coro degli auguri rimandando con un tweet ad un articolo in cui ricorda la sua carriera e postando il video del suo primo gol in Nazionale. «Oggi compie 50 anni una leggenda del calcio italiano, Pallone d’oro nel 1993: il »Divin Codino« Roberto #Baggio! Tanti auguri campione!» Scrive infine la serie A Tim.
TRATTO DAL GIORNALE DI VICENZA
Roby Baggio: gli auguri delle ex squadre
Roberto Baggio è rimasto ed è sempre nel cuore di tutti i tifosi, in particolare di quelli delle squadre nelle quali ha militato. Nel giorno dei suoi 50 anni sono tanti, attraverso i social, gli auguri indirizzati al Divin Codino di Caldogno. A partire proprio dalle sue ex squadra. «Auguroni Roberto BaggioOfficial! #50 #Baggio #happybirthday #WeAreVicenzaCalcio #ForzaLane #Lanerossi #RobertoBaggio #buoncompleanno» quelli del Vicenza, la sua prima squadra dove ha mosso i primi passi prima di approdare alla Fiorentina. In maglia biancorossa, Baggio ha giocato per tre stagioni (’82-’85) in C1 con complessive 47 presenze e 16 gol. Ed anche da Firenze, dove è rimasto 5 stagioni (1985-1990) con 136 presenze 55 reti, arrivano auguri speciali, in particolare da Giancarlo Antognoni che riconosce come «se fosse rimasto avrebbe usurpato ’il mo regnò, ma ha comunque lasciato un ottimo ricordo».
«In bianconero hai fatto innamorare tutto il mondo. Tanti auguri per i tuoi 50 anni, Roby #Baggio!» è il messaggio della Juventuscon cui il vicentino ha giocato dal 1990 al 1995 per cinque stagioni ben 200 gare segnando 115 reti. E poi il Milan (1995-1997) con 67 gare e 19 gol che scrive «Il tempo passa, ma una leggenda non passa mai. Auguri!». Non poteva mancare il Bologna, dove Baggio disputò una sola stagione (1997-1998) giocando 33 gare e segnando 23 gol:«Buon compleanno a Roberto Baggio #Baggio50» il tweet della società felsinea con un link che rimanda ad un video dove si possono ammirare tutti i gol in maglia
rossoblù. «Tanti auguri Roberto #Baggio! L’omaggio al campione universale per i suoi 50 anni» è l’augurio dell’Inter, società in cui ha
militato per due stagioni (1998-2000) totalizzando 59 gare e 17 gol. Infine, gli auguri dell’ultima squadra di Baggio, il Brescia,
con cui ha chiuso la carriera giocando per quattro stagioni (dal 2000 al 2004) giocando complessivamente 101 gare e segnando 46
gol:«Hai disegnato calcio e ci hai fatto innamorare. Tanti auguri per i tuoi 50 anni Roby #Baggio, immenso campione» scrivono le
rondinelle sul proprio account twitter. Non mancano neppure gli auguri «istituzionali» come ad esempio quelli del Coni:«Ci sono i campioni e poi ci sono i fuoriclasse. Buon compleanno alla leggenda del calcio Roberto #Baggio» si legge sull’account twitter del comitato olimpico nazionale italiano. Ed anche il presidente Malagò si è unito alla celebrazione:«Auguri Roberto! Lo sport italiano abbraccia il grandissimo campione per i suoi 50 anni... E per le magie che ha regalato all’Italia». Anche la Nazionale italiana (Figc) si unisce al coro degli auguri rimandando con un tweet ad un articolo in cui ricorda la sua carriera e postando il video del suo primo gol in Nazionale. «Oggi compie 50 anni una leggenda del calcio italiano, Pallone d’oro nel 1993: il »Divin Codino« Roberto #Baggio! Tanti auguri campione!» Scrive infine la serie A Tim.
TRATTO DAL GIORNALE DI VICENZA
Speciale 50 anni di Roberto Baggio: gli auguri di autorevoli giornalisti
Nel giorno del compleanno del Divin Codino riportiamo gli auguri di chi le sue gesta le ha seguite dall’altra parte: non sul campo ma ai microfoni
Italo Cucci: “In molti spendono belle parole per i tuoi 50 anni. Io ho voluto ricordare la tua parte dolorosa perché hai attraversato nella tua vita un immenso campo minato. Dal quel 5 maggio famoso (si parlò di fine carriera) hai avuto diversi traumi a cui si sono aggiunte le varie ostilità da parte degli allenatori: Sacchi, Lippi e Ulivieri. Zoff ti tolse dalla Nazionale per lasciare il posto a Totti e Trapattoni ti rifiutò all’Europeo in Portogallo. Montarono una commedia, quella partita amichevole con la Spagna, per farti prendere gli applausi purché ti fossi tolto di mezzo. Hai tramutato i dolori e le offese in una dimensione spirituale planetaria. I paesi asiatici ti adorano per le qualità morali. Una raccomandazione: un uomo come te non può non avere un incarico da parte del Ministero del’Istruzione. Dovresti lavorare con i giovani per educarli attraverso il tuo esempio”
Gianfranco De Laurentis: “Un bravissimo giocatore difficilissimo da definire. Sei sempre stato diverso da tutti nel modo di affrontare lo sport. Hai pagato il peso iniziale di infortuni gravissimi e ti è mancata una vera connotazione di tifo (forse solo Firenze ti aveva adottato). Anche in Nazionale, a cui hai dato tantissimo, non sei stato capito fino in fondo. Non sei omologo al calcio: questo tuo modo di essere, non so se giusto o sbagliato, ma è sicuramente altro rispetto a tutto il resto”
Fabrizio Maffei: “Uno dei più grandi calciatori della storia, non solo italiana. Pur avendo vinto poco rispetto al tuo potenziale hai sempre fatto gol decisivi. Hai una statura morale al di fuori della norma. Ti sei sempre contraddistinto per garbo e disponibilità. Geloso della tua privacy, le poche volte che ti concedevi per le interviste dicevi sempre cose intelligenti. La tua è un’immagine pura e cristallina. Il tuo nome è garanzia di stile, classe e fair play”
Mario Mattioli: “Parlare di te incute sempre un po’ di timore reverenziale per quanto hai saputo regalare al calcio internazionale e per la coerente discrezione che ha sempre accompagnato il tuo cammino anche al di fuori del Campo di Calcio. Ricordo ancora quando sei stato incaricato dalla Federcalcio italiana di rilanciare il Centro tecnico di Coverciano all’indomani del flop al mondiale sudafricano. Non durò molto perché incomprensioni generate dalla poca chiarezza nelle competenze, senza linee di demarcazione precise con gli incarichi di Rivera, di Sacchi e di Albertini ma soprattutto senza che tu stesso fossi investito della necessaria autorità e “potere” per procedere al rinnovamento di una struttura in decadimento. Risultato: dimissioni irrevocabili.
Tuttavia quello che voglio mettere in evidenza è il tuo grande animo.
Lascio stare le tue iniziative a scopo benefico che alimentavi in gran segreto: sarebbe semplice e si sconfinerebbe nella fin troppo scontata retorica. Voglio mettere in evidenza invece anche il tuo rispetto per i piccoli sentimenti reciproci di amicizia alimentati da anni di frequentazioni comuni dei Campi di calcio: tu atleta ed io giornalista televisivo; tu alle prese con il pallone, io alle prese con il commento delle tue partite a 90° minuto. Nei tanti anni si è instaurato un rapporto di amicizia anche con mia moglie diventata negli anni collezionista delle varie maglie indossate da Roberto. Nel Campionato 1997/98 avevi giocato nel Bologna dove eri approdato dopo il biennio in chiaroscuro milanista. La classifica del Bologna era a ridosso della zona che regala le competizioni europee trascinato proprio dalle tue grandi partite e gol che alla fine saranno ben 22 in 30 partite.
Il 19 aprile 1998 al Comunale Dall’Ara arriva proprio il Milan in procinto di disputare la finale di Coppa Italia. Nel giro di Campo che faccio sempre prima dell’inizio ti saluto come al solito ricordandoti che mia moglie – appunto – non ha ancora la tua maglia del Bologna. La partita non ha praticamente storia: finisce 3 a 0 per la Squadra rossoblu con tua doppietta e gol di Fontolan. Il tuo primo gol lo segni proprio sotto il gremitissimo settore milanista: pallonetto sui difensori e tocco morbido a superare Sebastiano Rossi. Dall’Ara in festa con fragorosi applausi anche dal settore milanista che si prolungarono a lungo anche dopo la ripresa del gioco. Fu letteralmente un trionfo impreziosito dalla doppietta.
Con lo Stadio in festa non mi fu facile quel giorno raggiungere il pullman regia della Rai per preparare il pezzo per 90°. Già da un quarto d’ora al termine si era scatenato su Bologna un violento temporale al quale tutti eravamo impreparati. Tra l’altro era necessario sempre rispondere ai tifosi che chiedevano una mia battuta sulla partita e arrivai di corsa e mezzo fradicio al Pullman Rai dovendomi anche sbrigare. Ero in pieno montaggio quando arriva il Capo Tecnico della Esterna Rai che con un po’ di titubanza mi interrompe (credo di avergli indirizzato anche una colorita imprecazione): – Mario c’è uno che ti cerca fuori dal pullman; gli ho detto che stai lavorando ma questo insiste e non se ne va, sta pure sotto la pioggia. -Digli di tornare dopo che ho finito – rispondo – Il Capo tecnico va e ritorna dopo poco: – Mario questo continua a rompere, va a vedere che vuole altrimenti non ce lo togliamo più dalle scatole!! – Mi alzo anche un po’ innervosito e apro la porta: fuori sotto la pioggia con sciarpa fino al naso e cappellino di lana calato fino agli occhi c’eri tu con un sacchetto in mano: dentro c’era la maglia indossata in partita.
– Mario è la maglia per tua moglie, adesso scappo, alla prossima!-
Un abbraccio frettoloso e via.
Questo sei tu. Questo è Roberto Baggio”
Bruno Pizzul: “Sei un ragazzo che ha lasciato una traccia profonda nell’immaginario collettivo per il tuo modo gioioso d’interpretare il gioco. Volevi far divertire. Hai fatto cose straordinarie, tanto più apprezzabili perchè tutta la tua carriera è stata tempestata da infortuni. Nonostante ciò hai sempre dato l’impressione di divertirti. Rappresenti il calcio eroico prima dell’essere contaminato da aspetti extra-tecnici; ora è più business che piacere del gioco. In molti dicono che hai dato il meglio di te in squadre piccole perché in quelle grandi la tua grande popolarità dava fastidio (anche se i tuoi compagni non avevano moti di ribellione). Sei un ragazzo dolcissimo, molto attaccato alla famiglia, sorridente e adorabile. Ti auguro il meglio in occasione dei tuoi 50 anni”
Ivan Zazzaroni: “Per me non è mai cambiato nulla nei tuoi riguardi. Sono solo passato dall’emozione all’amicizia. Il ricordo più bello è nel post gara dopo la Nigeria ad Usa ‘94. Eravamo solo io, te e Paolo Condò. Il bello di te è che non trasmetti emozioni nel bene e nel male. Per te aver vinto quella partita così significativa era come aver vinto Vicenza-Giorgione…poi magari dentro di te avevi un’esplosone di gioia, ma non traspariva all’esterno. Tu riesci a semplificare tutto. Mi avevi confidato che tua madre aveva predetto che avresti deciso la partita. Così per fortuna andò”
GALLERY di FOTO:
50 ANNI IN 50 FOTO (LA GAZZETTA DELLO SPORT)
PROFILO DI ROBERTO BAGGIO (LA DOMENICA DI VICENZA)
Un sito dedicato a lui anche in RUSSO
CHI HA SCOPERTO ROBERTO BAGGIO?
Addio a Trevisan, storico scopritore di Roberto Baggio
27.07.2015
Non aveva giocato in campo e non allenava ma l'amore, quello vero, per il Lane ce l'aveva nel cuore e nel cuore, per tutta la vita, aveva conservato anche l'orgoglio e l'emozione di aver scoperto, lui per primo, il compaesano Roberto Baggio, consegnandolo all'olimpo del calcio mondiale. Si è spento in silenzio, poche ore prima della morte di Giulio Savoini Antonio Bruno Trevisan, infermiere calidonense e storico “scopritore” del Divin Codino.
Una passione e un destino condivisi anche alla fine quelli del 71 enne talent scout per caso e di Savoini che, come raccontano i figli, si conoscevano da molti anni proprio per la fede incrollabile del calidonense nel calcio e nel Vicenza, di cui era tifosissimo, in particolare. Proprio uno dei figli dell'uomo, Diego, operatore in servizio sulle ambulanze, lo scorso martedì era stato inviato a prendere Savoini nella sua abitazione per condurlo poi in ospedale, dove le sue condizioni si sono aggravate.
Giulia Armeni
TRATTO DAL GIORNALE DI VICENZA
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